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VALERIO ROSSI ALBERTINI:  “Quando si vuole davvero fare qualcosa, la si può fare”

8 Mar, 2022 | Senza categoria

Valerio Rossi Albertini è un fisico e accademico italiano, specializzato in nanotecnologie e energie rinnovabili. E’ un divulgatore scientifico e rappresenta il CNR in televisione e per gli organi di stampa, è infatti spesso presente in numerose trasmissioni televisive. Potete leggere la sua biografia completa qui.

Cosa ne pensi della produzione forsennata di alcune aziende, che non tengono conto delle nuove esigenze del pianeta?

“Vedi, un teorema di fisica che dice che la situazione più favorevole è quando tutti i singoli componenti che compongono il sistema sono in equilibrio gli uni con gli altri. L’atteggiamento predatorio sul medio periodo è controproducente, svuotare di risorse e trovarsi nella condizione in cui non è più possibile sostenere la produzione è deleterio per le aziende stesse.”

E dell’inquinamento della Cina?

La Cina è un caso particolare, anche se è vero che sono i più grandi inquinatori al mondo, stanno promuovendo l’economia circolare come pochi altri paesi. Ha un milione di auto elettriche, è il più grande produttore di fotovoltaico e energia rinnovabile al mondo. Anni fa hanno scelto di sviluppare il comparto industriale il più rapidamente possibile, pensando che quando avrebbero avuto i mezzi necessari, avrebbero potuto permettersi una vita più sostenibile. I vincoli che stanno imponendo attualmente sullo sfruttamento delle risorse sono estremi. Per esempio, non esportano più quegli elementi definiti “Terre rare”, che servono per fare i magneti per le auto elettriche: prima vogliono soddisfare la richiesta interna, poi penseranno all’esportazione.

inquinamento cina

Cosa possiamo trarre di buono del 2020?

“Quest’anno ci ha lasciato qualcosa di molto istruttivo. I vaccini generalmente venivano sviluppati in anni di sperimentazione, ma con il Covid c’è stato un bisogno urgente, e tutti i laboratori si sono impegnati applicandosi ad uno stesso obiettivo. Hanno prodotto un vaccino in tempo di record, dieci volte inferiore al normale. Questo ci dimostra che, quando si vuole davvero fare qualcosa, la si può fare. Se tutti i governi decidessero che la produzione di biocarburante è un obiettivo strategico, sarebbero un impulso straordinario a questo settore. Siamo nel terzo millennio e abbiamo la scienza del ventunesimo secolo a nostra disposizione, dobbiamo sfruttarla al meglio.”

Come riesci a sviluppare la curiosità negli spettatori così efficacemente?

La gente ha spesso un timore reverenziale verso la scienza. Quando parli di scienza, magari inconsciamente, alza delle barriere difensive. Io, nelle mie dimostrazioni in tv, utilizzo oggetti di uso comune con i quali tutti hanno familiarità, così da rendere la spiegazione amichevole. Nessuno si ritiene incapace di capire qualcosa che è spiegata con i giocattoli che usa suo figlio. Eliminando i dettagli accessori e focalizzandosi sul cuore del problema, si può rendere comprensibile anche la teoria più complessa e astrusa.”

Cosa ti piace della scienza?

“Il piacere della scoperta. Io faccio sempre questo esempio ai bambini e dico loro: “Guardate la differenza che c’è tra la scienza e qualche storia inventata. Prendiamo per esempio Sherlock Holmes, o il Commissario Montalbano. Quello che vi piace di questi racconti è la capacità del protagonista di ricostruire la situazione fino ad arrivare a scoprire il colpevole. Lo scienziato procede in modo analogo: Facendo delle prove e osservando gli indizi deve arrivare quale mistero si cela dietro un determinato fenomeno e a fornire la spiegazione di quello che è accaduto. 

E qual è la differenza sostanziale tra le ricerche di Montalbano e di uno scienziato?

“C’è una differenza sostanziale. Quello su cui indaga Montalbano se l’è inventato Andrea Camilleri. Perfino nel caso di veri delitti, e non di invenzione, il modo in cui si sono svolti i fatti è accidentale, fortuito. Dipende dalle circostanze, dal caso, dalle intenzioni dell’assassino, dalle reazioni della vittima, dalla presenza di eventuali testimoni ecc. In altre parole, il racconto può essere avvincente ma, anche se si arriva ad individuare il colpevole e le circostanze del delitto, non si può trarre nessuna conclusione generale. Il prossimo delitto sarà compiuto in modo diverso, l’assassino agirà seguendo una diversa logica, le circostanze saranno altre. Insomma il povero commissario Montalbano ogni volta dovrà ricominciare daccapo, una nuova indagine è un caso diverso. La scienza invece non è un caso, è la verità, è una necessità. Ogni volta che farete un determinato esperimento il risultato sarà sempre lo stesso. Quindi siete in grado di scoprire delle verità universali, valide ovunque e in ogni luogo, non solo a Vigata e Montelusa. ” 

Ti è sempre piaciuta la scienza?

“E’ una deformazione quasi congenita, quando ero piccolo mi piaceva da morire. Al mio compleanno avevo scoperto un negozio di prodotti chimici e mi facevo regalare di tutto, facevo tantissimi esperimenti e mi divertivano molto.”

C’è qualcosa a cui la scienza non può trovare una motivazione o un perché?

“Ci sono questioni sociali o umane che astraggono o esulano la capacità di comprensione. Lo diceva Einstein, che oltre a essere stato un grande scienziato era anche un grande pensatore e un finissimo umorista. Diceva questo: “Solo due cose, con certezza, sono infinite: l’universo e la stupidità umana. Ma sul primo ho ancora dei dubbi”.”

Ci sono dei casi in cui ammonisci la scienza?

Cito ancora Einstein. Lui diceva che la scienza che non sia per l’umanità è solo perversione intellettuale. La scienza deve essere per l’uomo, per la gente, se é contro l’uomo è una forma di malvagità che si esprime attraverso capacità intellettuali. Gli scienziati che hanno contribuito a sganciare una bomba atomica sulla popolazione civile, avendo la consapevolezza che avrebbero vaporizzato duecentomila persone, sono complici di una scienza perversa.”

Come si fa a diventare un punto di riferimento nel proprio settore come lo sei diventato tu?

“Premesso il fatto che siamo in un paese dove ci si scontra costantemente con i “raccomandati”, sono convinto che il lavoro costante paghi sempre sul lungo periodo, anche se non vedi i frutti immediatamente. E’ come quando pianti un seme, ci vuole del tempo. Dopo anni che parlo alla gente in televisione, ora mi fermano per strada per chiedermi le più disparate curiosità scientifiche, e non posso che esserne soddisfatto.”

Che lavoro avresti fatto se non avessi fatto il fisico?

“Avrei voluto fare tante altre cose, il mio problema è che non riesco a dedicarmi a un’unica cosa troppo a lungo. Mi sarebbe piaciuto fare anche l’attore, il letterato, il cantante lirico….”

Cosa fai nel tempo libero?

“Leggo tantissimo, sono appassionatissimo di storia, potrei tranquillamente dire di essere uno storico e nessuno si accorgerebbe che sto mentendo. Ovviamente mi entusiasma la scienza in tutte le sue declinazioni, mi piacciono molto la cosmologia e l’astrofisica e sono costantemente aggiornato sulle novità di queste materie. Ah, inoltre adoro fare lezione ai bambini, o meglio, mi piace educare i bambini al piacere intellettuale della scienza.”

Altre passioni?

Amo le poesie e ne imparo tantissime a memoria, anche perché la memoria è uno strumento indispensabile e salutare. E’ stato dimostrato che le malattie neurodegenerative possono essere contrastate con l’uso costante della memoria, e quindi perché non allenarla? Ed inoltre in questo modo avrò sempre una riserva enorme di informazioni a cui attingere.”

Per esempio? 

Le espressioni più felici dei miei articoli sono perifrasi di passaggi che mi hanno colpito. Una citazione dissimulata conferisce pregnanza e incisività alla comunicazione. Certo, magari le frasi che uso sono di Dante, ma io le modifico e le rendo irriconoscibili. Avere capacità dialettica in televisione aiuta molto.”

Sembra impossibile tu possa ricevere delle critiche, ma se così non fosse, come consigli di reagire?

“Guai se non ci fossero. La critica è costruttiva e stimolante, altrimenti si rischia di rilassarsi troppo. E’ vero che internet ha dato voce a tante persone che prima non l’avevano, e c’è chi parla a sproposito, ma questo è il prezzo che dobbiamo essere disposti a pagare. Voltaire diceva una cosa che mi piace molto: “Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente”. Superlativa, no? La critica se è motivata è utile, e se non è motivata, del tutto inutile non lo è comunque. Io potrei essere scientificamente inappuntabile e quindi le critiche che ricevo potrebbero essere insussistenti, ma tuttavia, c’è qualcuno che ti fa quella critica. E quindi sono obbligato a chiedermi perché e a riesaminare quello che ho detto. Mi chiedo: “È a causa della mia limitata capacità di comunicare? E’ a causa di un pregiudizio di chi mi ha letto, o forse di un luogo comune?”. Le critiche portano a interrogarsi e, probabilmente, a migliorare.”

Una persona mi ha scritto che dovrei cambiare una foto del mio sito in cui ho in mano uno smartphone, perché lo smartphone non è sostenibile. Che ne pensi? 

“Ti racconto questo. Io ho la macchina elettrica e la gente quando mi vede mi dice “Ah, ma tu hai l’auto elettrica?!”, come se possederla fosse un capriccio. E io rispondo: “Sì certo, ce l’ho perché conviene, oltre ad essere giusto ed etico”. Quindi la risposta che io darei al posto tuo è la seguente: “Hai ragione, dovremmo metterci tutti insieme per stimolare qualche produttore a costruire dei telefoni più sostenibili e cominciare a comprare solo quelli. Gli altri dovrebbero immediatamente adeguarsi, per non andare falliti”. I singoli non sono onnipotenti, ma insieme possiamo incidere profondamente nella società.”

Qual è il posto più bello che hai visitato e la cosa naturale più bella che hai mai visto?

“Impossibile scegliere ma, se devo citarne uno, direi le Hawaii, un vero paradiso terrestre. La cosa naturale più bella che abbia mai visto sono i vulcani dell’Islanda, uno spettacolo”.

Valerio Rossi Albertini sostsenibilità

Cosa possiamo fare per rendere migliore il futuro del nostro pianeta?

“Possiamo sostenere chi produce in modo sostenibile. Un motto che dovrebbe essere diffuso. Noi siamo stati la prima potenza fotovoltaica mondiale intorno al 2012 e abbiamo rivoluzionato un intero settore, quando si pensava invece che fosse impossibile. C’è stato un movimento di pensiero che ha intercettato queste istanze e le ha tradotte in progetti concreti. Abbiamo tutti gli strumenti per influenzare la politica e l’economia. Possiamo far valere la nostra volontà e non essere noi succubi delle scelte dell’economia e della politica.”

E pensi che questo sia possibile?

“Arrivare alla consapevolezza che permette di cambiare le cose è più facile di quanto pensiamo. La maggior parte dei problemi possiamo risolverli solo noi, e non un supereroe. Ci sono tante cose da fare e che possono essere fatte solo collettivamente. Chiunque, per quanto ricco o potente sia, non può fare nulla senza la collaborazione della gente.”

Cosa significa per te scegliere di contare?

“Significa poter essere un amplificatore! Se, di quelli che mi vedono in tv, anche soltanto mille seguissero qualche consiglio, avrei aumentato di mille volte la mia capacità di aiutare il nostro vecchio mondo”.